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Barbie: la nostra recensione

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Cosa succederebbe se in un mondo perfetto, in cui ogni giorno è speciale (anche se uguale al precedente) iniziassero a farsi strada ansia e depressione? La bambola della Mattel più famosa al mondo dovrà ‘mischiarsi’ col genere umano e andare dal regno fatato di Barbieland sulla Terra per ristabilire l’equilibrio perduto: allontanare i pensieri negativi e tornare alla serenità perduta. Nel frattempo, bisognerà anche impedire a Ken (uno straordinario Ryan Gosling!) di riproporre il modello negativo del patriarcato che ha appreso nel mondo reale.

Barbie, diretto da Greta Garwig, è tutt’altro che un inno alla frivolezza e agli stereotipi, sebbene la protagonista, interpretata da Margot Robbie, sia proprio Barbie-stereotipo! Alla base c’è un chiaro messaggio femminista, che viene presentato attraverso la storia con grande ironia e originalità: a Barbieland è tutto in mano alle donne (alle Barbie) e i Ken esistono solo in funzione di loro, mentre nel mondo reale domina il maschilismo. La trama si svolge proprio attraverso questo scontro tra realtà agli antipodi, per dare allo spettatore punti di vista differenti, mantenendo la capacità costante di non cadere nella retorica spicciola.

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Insomma, non aspettatevi solo uno spot sul giocattolo più desiderato dalle bambine, ma una storia divertente e piena di sfumature: ai pastelli della protagonista si contrappongono i grigi e i neri del mondo reale. Gli abiti delle donne che Barbie incontra sulla Terra sono scuri e lontani dai colori saturi del suo mondo. Ogni scena è dominata dal rosa fluorescente, tanto che la stessa scenografa, Sarah Greenwood, ha ammesso di aver finito le scorte per dipingere la scenografia, con un risultato eccezionale da un punto di vista visivo. Una pellicola pensata, ovviamente, anche in funzione del fan service, con una serie di personaggi minori (Skipper, Francie, Midge, solo per nominarne alcuni), che ricordiamo più o meno bene e che sono parte integrante della storia; anche gli abiti e gli accessori (casa, macchina, barca) sono ispirati a quelli con cui molti di noi hanno giocato e che riconosceranno facilmente.

Gosling è la vera rivelazione della pellicola: il suo personaggio, già molto ben sceneggiato, acquista ancora più valore grazie alla sua magnifica interpretazione. Peccato per il CEO della Mattel, colui che dovrebbe essere il ‘cattivo’: Will Ferrel è azzeccato per la parte, ma non ha avuto (purtroppo) lo spazio meritato.

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Consigliamo di vederlo a chi vuole sognare a occhi aperti e ricordare i giochi d’infanzia, ma anche ai fan della regista, che non rimarranno delusi e, anzi, ritroveranno il tratto caratteristico della Gerwig che è autrice anche della sceneggiatura insieme a Noah Baumbach. Una fiaba pop che non vi annoierà e vi terrà incollati fino all’ultimo titolo di coda!
Ecco il trailer:

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