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The Whale: la recensione del film con Brendan Fraser

Dal 23 febbraio al Cinema

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Charlie (Brendan Fraser) è un insegnante di inglese che deve confrontarsi con i propri fantasmi e un amore mai rivelato, nonché con un rapporto irrisolto con la figlia adolescente, per un’ultima possibilità di riscatto. La casa in cui vive ormai da anni, isolato dal resto del mondo, è diventata la sua prigione; la sua malattia, che non gli permette più nemmeno di alzarsi e camminare soltanto con le proprie forze, è la causa e allo stesso tempo la conseguenza di questa chiusura totale. The Whale, l’ultimo attesissimo film di Darren Aronofsky, racconta una storia di solitudine e di ricerca della redenzione.

L’intera pellicola si svolge in un’unica claustrofobica location, l’appartamento del protagonista, in cui solamente la sua amica infermiera ha accesso. Persino il ragazzo che gli consegna la pizza a domicilio viene tenuto a distanza; Charlie lascia il denaro nella cassetta delle lettere ed esce a ritirare solo quando è certo che non ci sia nessuno a vederlo.

See Brendan Fraser and Sadie Sink in the new trailer for 'The Whale' - Good Morning America

 

Per un ruolo del genere serviva un attore che riuscisse a spingersi oltre le aspettative o gli stereotipi degli spettatori riguardo al suo aspetto, che li convincesse a seguirlo nel suo viaggio e, infine, che facesse sentire loro il peso di un’esperienza simile nella vita reale. Fraser riesce a creare, attraverso un’immedesimazione profonda nel personaggio, una sorta di intima complicità con il pubblico. Ogni incontro di Charlie con le persone a lui più care è l’occasione di risanare quelle ferite rimaste aperte da troppo tempo, mentre per noi diventa il momento in cui impariamo a ricostruire il suo passato attraverso i racconti e i confronti con le diverse personalità che in qualche modo hanno segnato la sua esistenza. Nonostante abbia perso tutto e debba fare i conti ogni giorno con i suoi molteplici fallimenti, non riesce a non avere fiducia nella bontà delle persone. Il peso che si porta addosso non è soltanto fisico, ma è soprattutto disperazione e rimorso.

Sadie Sink ricorda il suo emozionante ultimo giorno in The Whale con Brendan Fraser

 

Meritata la sua nomination agli Oscar come Miglior Attore protagonista, così come quella di Hong Chau, l’amica infermiera, candidata come Miglior Attrice non protagonista. Merita una menzione a parte la giovane Sadie Sink, che già in Stranger Things aveva mostrato ottime doti attoriali e in questo film si spinge coraggiosamente ancora più in là. Il lavoro che il protagonista ha fatto per entrare nel corpo di Charlie è stato totalizzante: il modo di parlare, l’affanno nel respiro, ogni minima sfumatura è stata curata nel dettaglio. Anche per questo motivo consigliamo di vederlo in lingua originale, per cogliere tutti gli aspetti che nella pellicola sono stati studiati a fondo e resi con una perfezione quasi maniacale.

Ecco il trailer:

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