Una celebre direttrice d’orchestra alle prese con una carriera di successo e un lato oscuro interiore difficile da contenere: Tár di Todd Field racconta gioie e dolori di una donna profondamente tormentata, che cerca di conciliare lavoro e vita privata in un settore ostico, soprattutto in quanto tradizionalmente maschile.
La trama si svolge in modo (volutamente?) confuso, quasi a rispecchiare il caos che si cela nella mente di una professionista all’apparenza tutta d’un pezzo. Le fragilità di Lydia vengono a galla nella solitudine della notte, nel silenzio assoluto della sua casa, mentre la figlia e la compagna dormono, oppure nello studio in cui lavora, un appartamento che rappresenta il suo giardino segreto, in cui può esprimere davvero se stessa. Anche la decisione di mostrare i titoli di coda all’inizio, invertendo la regola generale, dimostra la volontà da parte del regista di restituire un senso di confusione e allo stesso tempo rappresenta il sovvertimento dei valori correnti.
La comprensione di alcune dinamiche ‘tecniche’, legate strettamente al mondo dell’orchestra e della musica sinfonica, potrebbe risultare ardua per chi non è del mestiere, ma si riescono comunque ad afferrare bene le beghe relative ai giochi di potere e all’impatto che questi ultimi riflettono nelle vite delle persone coinvolte. Dalla narrazione di un mondo che di primo acchito sembra lontano e incomprensibile, possiamo riuscire a scorgere le universali fragilità e le miserie dell’animo umano.
Cate Blanchett subisce una metamorfosi completa in questo film, in cui viene sottolineata la profonda dicotomia tra la Lydia Tár brillante e impeccabile nella professione e quella fragile della quotidianità, una donna che può perdere completamente la testa appena le sue certezze iniziano a vacillare. Meritatissima, dunque, la sua candidatura agli Oscar per la brillante interpretazione di questo personaggio così intenso e sfaccettato.
Ecco il trailer: