Un film che racconta con assoluta sincerità il disagio psichico, la famiglia, il rapporto genitori-figli: The son di Florian Zeller è il secondo capitolo della trilogia iniziata con The father e arriva al Cinema dal 9 febbraio. Hugh Jackman e Laura Dern interpretano i genitori di Nicholas (Zen McGrath), un ragazzo fortemente depresso, che non riesce a vedere una via d’uscita dal proprio male di vivere. Nonostante le attenzioni e l’amore incondizionato dei due, il giovane non si apre mai completamente e neppure è in grado di capire cosa lo possa spingere sempre più verso l’orlo del baratro.
Un racconto lineare, a differenza del primo capitolo con Anthony Hopkins, in cui la frammentarietà della trama reggeva bene il gioco alla descrizione di un’altra malattia, altrettanto subdola: l’alzheimer. Qui a fare confusione non sono alcune porzioni slegate di ricordi, ma la difficoltà a mantenere i rapporti familiari intatti, senza che qualcuno soffra per delle scelte o a causa di sentimenti che possono inesorabilmente modificarsi.
Il senso di oppressione che circonda Nicholas e la sua famiglia lo avvertiamo nell’intera pellicola, grazie alla regia sapiente di Zeller, che predilige le riprese al chiuso, in quegli affascinanti appartamenti newyorkesi, all’apparenza ampi e soleggiati, ma all’interno dei quali si respira un’aria fortemente calustrofobica. La casa come luogo di infelicità, emblema della prigione mentale alla quale si arriva attraverso la depressione, viene inquadrata spesso, anche senza i protagonisti, quasi come se avesse vita propria.
Questa pellicola è destinata a rimanere a lungo nella mente dello spettatore, per la potenza comunicativa e per i temi difficili da affrontare, ma analizzati con profondità d’animo ed enorme rispetto. Zeller non pretende di trovare una soluzione, o anche solo di spiegare cosa sia la depressione, ma ne delinea i tratti più cupi lasciando a noi il compito di tirare le somme, sempre ammesso che sia possibile farlo.
Ecco il trailer: