La Vita Davanti A Sé: la nostra recensione

Sebbene da tanti anni lontana dal Cinema, Sophia Loren non si smentisce: La Vita Davanti A Sé è il film che potrebbe riportarle un altro Oscar. Il film, diretto dal figlio Edoardo Ponti, è tratto dal libro omonimo di Romain Gary e racconta la storia di un’anziana ex prostituta, Madame Rosa, che ha smesso di esercitare e ora si prende cura dei bambini di giovani prostitute.

La trama è piuttosto semplice e lineare, ma non è questo l’elemento che caratterizza la pellicola: i sentimenti forti, la solitudine, la rassegnazione di chi vive ai margini da una vita; sono queste le corde che vengono toccate nel raccontare questa emozionante storia. L’interpretazione della Loren è nettamente superiore a quella di tutti gli altri (seppur validissimi interpreti) attori presenti nel film: il piccolo Ibrahima Gueye (nei panni di Momo) in primis, poi Renato Carpentieri, Babak Karimi, Massimiliano Rossi. Madame Rosa penetra lo spettatore con uno sguardo che esprime a prima vista sdegno per tutti, ma in fondo si capisce quanto la donna stia solo cercando un po’ di pace e di tranquillità.

Ponti ci regala un’ottima regia e omaggia Ettore Scola riproponendo una scena sul terrazzo con le lenzuola stese, che ricorda quella ormai iconica interpretata proprio da sua madre e da Marcello Mastroianni nel film Una Giornata Particolare: la scena in questione rappresenta proprio un momento ‘particolare’, di svolta, nella storia di Madame Rosa e del piccolo Momo. Anche la fotografia di Angus Hudson, è degna di nota, sorattuttto quando ci regala delle suggestive cartoline dell’alba sulla città di Bari.

Insomma, se per questo film dovesse arrivare la nomination agli Oscar per Sophia come migliore attrice, non ci stupiremmo: supererebbe il record di longevità tra la prima e l’ultima nomination, detenuto attualmente da Henry Fonda. In bocca al lupo alla diva di Pozzuoli e buona visione a voi!