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Gli Anni Più Belli: la nostra recensione

L'ultimo film di Gabriele Muccino

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Un film che sembra racchiudere tutti i film precedenti di Gabriele Muccino: Gli Anni Più Belli, di nuovo nelle sale dal 15 luglio, è una storia di amicizia, che si svolge nell’arco di circa quarant’anni, dal 1982 ai giorni nostri. Un arco temporale così lungo ci dà la possibilità di seguire lo sviluppo delle storie dei singoli protagonisti; storie che si intrecciano inevitabilmente con la Grande Storia, dalla caduta del muro di Berlino, a Mani Pulite, fino all’ascesa di Berlusconi e al fenomeno del Movimento 5 Stelle.

Ci affezioniamo subito ai quattro protagonisti, anche perché li vediamo dapprima adolescenti e man mano adulti: è come se anche noi rivivessimo il passato (chi si ricorda gli anni Ottanta e Novanta ancora di più!) fino ad arrivare al presente. Il regista riesce a ricreare quelle ambientazioni scavando nei ricordi: i lenti in discoteca, il walkman, le comunicazioni possibili solo attraverso il telefono unico di casa…

Il cast riunisce quattro tra i migliori attori del nostro Cinema: Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Claudio Santamaria. Le continue citazioni ai grandi maestri del Cinema italiano lo rendono un film ancora più emozionante. Di emozioni in ballo ce ne sono davvero molte: l’amicizia, l’amore, la famiglia. La differenza con gli altri film di Muccino è che in questo c’è un messaggio positivo molto forte: attraverso i sentimenti veri anche le cose più tristi passano. Altro fiore all’occhiello è la colonna sonora firmata da Claudio Baglioni. Un film da vedere!

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