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Unorthodox: la nostra recensione

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Una ragazza caparbia, che lotta strenuamente per affermare la propria indipendenza: Unorthodox è una mini serie su Netflix in quattro puntate, ispirata all’autobiografia di Deborah Feldman, Ex Ortodossa, e diretta da Maria Schrader. Se c’è una serie tv assolutamente non perdere, quarantena o no, è proprio questa. E non solo perché racconta senza filtri un mondo a molti sconosciuto, ma perché l’intreccio narrativo è sapientemente costruito attraverso un continuo passaggio tra il presente e il passato.

Esty (Shira Haas) è una ragazza di fede ultra ortodossa chassidica che scappa dalla propria comunità di Brooklyn per rifugiarsi a Berlino.La fuga della protagonista verso un futuro migliore, di libertà, sembra ossessivamente minacciata dal passato che incombe: per questo motivo ogni scena del presente ha il proprio contraltare nel passato prossimo, fino ad arrivare al momento fatidico, quello in cui il mondo da cui Esty si allontana e quello verso il quale va incontro si riuniscono…

La consigliamo assolutamente, per la capacità di rapire lo spettatore e catapultarlo in un mondo quasi surreale, ma con situazioni in cui in fondo ci si può rispecchiare. La serie è quasi completamente in yiddish: anche questo è un modo per sottolineare, anche da un punto di vista linguistico, il profondo contrasto che si riscontra a Brooklyn, tra una comunità legata a regole ancestrali e la vita di uno dei quartieri più glamour del mondo.

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