Natale a 5 Stelle, il primo film di Natale Netflix dedicato alla memoria di Carlo Vanzina
Sarà disponibile sul catalogo a partire dal 7 dicembre
Qualche giorno prima di Natale una delegazione politica italiana guidata dal Premier, va in visita ufficiale in Ungheria. Oltre ai suoi incontri politici, il Premier intende passare, di nascosto, qualche ora lieta in
compagnia di una giovane onorevole dell’opposizione, in viaggio con la delegazione. Ma
quando tutto sembra procedere per il meglio, i due maldestri amanti si
ritrovano con un misterioso cadavere nella suite…
La sceneggiatura di Natale a 5 Stelle l’ho scritta, nelle sue prime versioni, insieme
a mio fratello Carlo – ha dichiarato Enrico Vanzina – Lui non ha potuto firmarla perché il contratto con Lucky Red è avvenuto dopo la sua scomparsa. L’ultima versione, quella diciamo più politica, l’ho scritta da solo. La scelta di Budapest come luogo dell’azione nasce dal nostro antico amore per una certa Mitteleuropa, sinonimo di cinema viennese, simbolo di un modo di interpretare l’Idea della Commedia in senso lato. Non abbiamo usato volgarità e topos del Cinema natalizio. Abbiamo cercato di portare in scena un testo spiritoso.
Massimo Ghini (il Presidente del Consiglio) e Ricky Memphis (il portaborse) sono i protagonisti di una serie di gag incentrate soprattutto sulla satira politica. Nessuno ne esce indenne: il regista Marco Risi mette i risalto le debolezze dei politici italiani, a prescindere da schieramenti e partiti.
Questo film non avrei voluto farlo – ha detto – Perché farlo significava che Carlo non
ce l’aveva fatta. Quando Enrico me lo ha chiesto dicendomi che era stato lui a
chiederglielo ho accettato subito, perché l’idea che avesse pensato a me mi ha commosso prima e inorgoglito dopo. A nessun altro sarebbe venuto in mente di chiederlo a me. A Carlo sì, perché mi conosceva meglio di chiunque altro e sapeva che, volendo, con la commedia me la cavavo. Così è stato. Mi ci sono messo con tutto il cuore, pensando a lui ogni giorno e a ogni inquadratura… non perché cercassi di fare come avrebbe fatto lui, ma per capire se qui o là fossi riuscito a farlo ridere; non era facile far ridere Carlo. Secondo me ci sono riuscito, almeno credo. Fare questo film e cercare sul set la complicità con i “suoi” attori e con Enrico, è stato
come vivere ancora per un po’ con lui.